Vari tipi di pianto

Per un lattante, le possibilità di comunicare sono molto limitate. Perciò per ogni bebè è importante imparare al più presto a utilizzare una scala di urli al fine di poter reagire a seconda delle situazioni o semplicemente tanto per cambiare il tipo di sbraitamento. 
I vari tipi di pianto sono:


Modello ‘Sirena’: ululato ininterrotto, chiaro, altissimo, appena al di sotto degli ultrasuoni. Molto utile quando ci si ritrova da soli nottetempo oppure in presenza di una forte sensazione di fame.


Modello ‘Vesuvio’: eruttivo, un tipo di urlo esplosivo, totalmente sconvolgente per i genitori. Assolutamente adatto se amici e parenti rompono le scatole o semplicemente per attirare l’attenzione.
Modello ‘Ostaggio’: piagnucolio leggero, soffocato, appena al di sopra della soglia uditiva dei genitori. Che, quando finalmente si svegliano, si fondano da voi a precipizio sentendosi la coscienza bestialmente sporca perché vi hanno lasciato trascorrere metà della nottata in lacrime come un povero prigioniero nella sua buia cella.


Modello Clown triste lattanti esperti. Difficile, ma sempre efficacissimo. Il bello sta nel passare senza soluzione di continuità da una timida, mesta risatina ad alti e lamentosi gemiti. Come se bastasse schiacciare un bottone. Sempre utile per scombussolare i genitori. Grazie al modello clown triste i genitori si mettono subito a cercare un colpevole: fino a un momento prima il bebè ‘stava così buono!’ Un’ottima arma per mettere in cattiva luce i fratelli maggiori.
Modello ‘Bambi’: è di altissimo livello. Ci si guarda in giro con grande dolcezza, poi si piegano proditoriamente le labbra in giù, si spreme qualche lacrimuccia e di tanto in tanto si tira su col naso. Mette tutti k.o.!